Passione Condivisa per la Fotografia

Parola agli Autori: Marina Taini

Autrice sempre alla ricerca di nuove sfide fotografiche che affronta con sana passione e invidiabile determinazione, Marina Taini si propone da anni con le sue immagini ricche di fascino e sempre capaci di sorprendere. Abbiamo avuto il piacere di scambiare con lei quattro chiacchere riguardo le sue ultime esperienze e le prospettive future…

Ciao Marina, abbiamo imparato a conoscerti in questi anni come fotografa sempre alla ricerca di nuove sfide che affronti con appassionata determinazione, confrontandoti con generi diversi spesso molto impegnativi ma riuscendo sempre ad ottenere risultati fotografici mai banali e di grande rilievo. Ultimamente, ci hai presentato una serie di scatti e video riprese di volatili che è impossibile non trovare meravigliosa: ci racconti qualcosa su questa nuova avventura e sul come è stata realizzata?

Ciao Franco e buona luce a tutti. Prima di tutto voglio e devo ringraziare questo gruppo al quale mi sono unita proprio nel momento in cui mi sono approcciata al mondo della fotografia. Ricordo con piacere le prime uscite fotografiche con Red Pat, Roberto B, Max, Giordano, Fabrizio, i “tre Simoni”, con te e altri/e amici e amiche. Fondamentali sono stati i vostri consigli dati sul campo. Durante queste uscite ho cercato di mettere in pratica quello che studiavo nella teoria. Grazie ancora a tutti per la condivisione generosa e per la pazienza.
Sono curiosa ed adoro sperimentare ogni genere fotografico, sono davvero pochi quelli che non mi destano interesse, ma non ho ancora scelto quello che preferisco. Nella fotografia naturalistica mi ci sono trovata immersa perché dove vivo l’elemento che prevale è proprio la natura. Qui, non ho ancora capito se siamo noi ad ospitare gli animali o se sono loro a ospitare noi; sta di fatto che noi ne abbiamo un gran rispetto, li amiamo e secondo me c’è anche una buona dose di complicità reciproca. Loro ci allietano con la loro vicinanza e noi, probabilmente con i nostri cani, teniamo loro lontano i predatori: volpi, faine, falchi ecc. Nelle nostre zone ogni anno tornano a nidificare upupe e gruccioni, abbiamo pettirossi, cardellini, occhiocotti, capinera, codirossi, cinciarelle e altro. Mi sono costruita in modo rudimentale un piccolo ma efficace capanno da dove posso osservarli da vicino senza minimamente disturbarli. Ho allestito un vecchio tavolo trasformandolo in un habitat perfetto per loro, ho fatto crescere l’erba e non manca mai l’acqua dove loro si abbeverano e rinfrescano, ho aggiunto dei rami che loro usano per posarsi e che abbellisco spesso con rami fioriti o fiori che colgo nel campo o in giardino. Ed ecco le mie fotografie…a “metro zero“!


Le tue realizzazioni sono connotate da una composizione sempre accorta ed efficace, si ritrova una grande armonia nelle immagini che contribuisce a valorizzare i soggetti ripresi e spesso i volatili sembrano “danzare” all’interno del frame: l’impressione è quasi che ti riesca di far mettere in posa i tuoi piccoli modelli!! Come ci riesci?

Una volta che ho gli animali davanti a me, scatto, scatto, ma spesso mi ritrovo centinaia di foto, magari ben fatte e nitide ma tutte uguali. Ho affinato un po’ il tiro cercando di cogliere l’attimo, quel movimento che trasforma una foto bella ma statica in una più dinamica e particolare. Per questo ci vuole sempre la famosa dose di fortuna ma anche l’esperienza che ti fa conoscere le abitudini e i movimenti che sono diversi per ogni tipo di esserino che fotografo.

Sono curiosa ed adoro sperimentare ogni genere fotografico

Marina T.

Quali sono le doti principali che ritieni sia necessario allenare ed in che modo consiglieresti ad un “apprendista” di approcciarsi a questo genere fotografico?

Secondo me, per questo tipo di fotografia, la dote principale è la pazienza (a volte ce ne vuole davvero tanta); poi spirito di osservazione e reattività. Si passa dall’ immobilità totale, alla massima velocità d’azione e decisione per lo scatto. Insomma: da zero a cento…in un nanosecondo.

Hai qualche aneddoto curioso da raccontarci? O momenti significativi legati a questa particolare esperienza fotografica che hai vissuto e vuoi condividere?

Quando fotografo dal mio capanno, posso dire che prevalgono le emozioni, essendo così vicina entro direttamente nelle loro dinamiche, ci sto proprio dentro.
Capita che mi commuovo davanti ai genitori che accudiscono e nutrono i pulli di gruccione; di divertirmi ridendo in silenzio per le buffe pose delle upupe; di rimanere stupita nel vedere il dono che il maschio porta alla femmina durante il corteggiamento e, alla fine, di emozionarmi senza nessun imbarazzo davanti al loro accoppiamento.
Invece, quando esco in escursioni per fotografare cervi, lupi e volpi non basterebbe un libro per raccontare aneddoti, cadute ecc… perché spesso sto col naso per aria invece di guardare dove metto i piedi!

Ti chiedo adesso qualche dettaglio sugli aspetti più tecnici. Quale attrezzatura utilizzi per la realizzazione di questi scatti? Ci sono accessori o strumenti che ritieni utili o addirittura indispensabili?

Per quello che ho provato, per quanto riguarda l’attrezzatura nella fotografia di avifauna, ma naturalistica in generale, è necessario un buon teleobiettivo spinto, luminoso, “affilato” come nitidezza.
Importantissima, e che fa la differenza, è anche la velocità di messa a fuoco che si determina nella combinazione tra macchina fotografica e teleobiettivo.
Se l’attrezzatura ha queste caratteristiche si può pensare di aggiungere al bisogno un moltiplicatore di focale, ma secondo me non troppo spinto per evitare il degrado dell’immagine.
Aiutano anche per velocizzare una buona scheda di memoria e un battery grip.
Io uso una Nikon D850 con un Nikkor VR 200/500 ED f5.6 su tutte le focali. Al bisogno teleconverter Nikon 1.4 X. Battery grip Nikon.

Quando fotografo dal mio capanno, posso dire che prevalgono le emozioni

Marina T.

E riguardo la fase di postproduzione, come ti approcci? Quanto spazio e che importanza riveste all’interno del processo creativo che ti porta alla realizzazione dell’immagine finale?

Nella fotografia di avifauna, con animali in veloce movimento, non sempre è possibile decidere preventivamente la composizione, quindi in post produzione cerco il ritaglio più adatto al tipo di posizione dell’animale in quel contesto.
Usando spesso ISO alti, cerco di attenuare il rumore elettronico o digitale. Scattando in raw eseguo lo sviluppo della foto grezza, cercando di avvicinare il più possibile il risultato della foto a quello che hanno visto i miei occhi.

Hai altri progetti già “in vista” per il futuro? Siamo curiosi di conoscere la direzione in cui rivolgerai la tua attenzione fotografica, sicuri che raggiungerai presto nuovi fantastici risultati in altri ambiti che non vediamo l’ora di ammirare!

Non ho particolari progetti se non quello di studiare e affinare le mie capacità e conoscenze in tutti quei generi fotografici che mi danno gioia. Mi sto dilettando anche nel creare video e ciò mi diverte parecchio. Chissà, sarebbe bello che un giorno questa mia passione si possa trasformare in qualcosa di più ma siamo già in tanti e quasi tutti li reputo più bravi di me.

Grazie mille Marina, è stata una chiacchierata piacevolissima. Da parte di tutto lo Staff, il più grande augurio che sentiamo di farti è quello di…continuare su questo percorso! Da parte nostra, continueremo ad aspettare di poter ammirare i risultati fotografici dei tuoi sforzi.

– Franco Di Claudio


Ringraziamo Marina per questo bel contributo, ascoltarla raccontarci della sua esperienza è stato interessantissimo! E proprio a proposito della nascente passione per l’ambito video, di seguito delle brevi riprese di alcuni dei soggetti dei suoi scatti: